Come è strana l’Italia, la rovina è praticamente dietro l’angolo e gli italiani continuano a brancolare nella nebbia sull’orlo del precipizio economico e, quindi, anche sociale e supinamente o anestetizzati dai media, dalle associazioni di categoria e dal governo che vede sempre e comunque la luce della ripresa, sperano che all’improvviso splenda il sole per poter evitare di precipitarvi dentro.
Purtroppo la situazione italiana non è nemmeno lontanamente paragonabile ad un paesaggio avvolto nella nebbia che all’improvviso risplende sotto i raggi del sole. Come in natura ci sono regole immutabili, così anche in economia e non volere riconoscerlo o stupidamente agire contro, non può che essere causa di tragedie immani.
Come un sasso cade sempre a terra e mai salirà in cielo, come il vuoto in natura non esiste e sempre si riempie, così in economia non si può distruggere ricchezza e non fare nulla per crearla, anzi, fare tutto il contrario e poi sperare di averla a disposizione per presunti investimenti, che invece di crearla, continuano a distruggerla, come molti, sicuramente troppi vorrebbero avvenisse ancora in Italia.
Ancora molti, non solo in Italia, oltre a criticare, che è sicuramente doveroso e utile, vorrebbero impedire l’integrazione a livello globale delle varie economie, alzando barriere volte a impedire la libera circolazione di persone, merci, capitali, cervelli, conoscenze o la delocalizzazione produttiva o finanziaria. È contro natura perché per impedirlo si dovrebbero eliminare internet, l’aviazione civile e molte altre conquiste dell’odierna società, insomma si dovrebbe impedire l’uso delle moderne tecnologie che permettono a tutti di vedere in tempo reale cosa avviene a livello globale e che permettono di spostare, quasi in tempo reale, milioni di individui e quantità impressionanti di merci da una parte all’altra del pianeta, per non parlare dei capitali.
Non c’è alternativa e siccome nessuno che abbia un minimo di cervello vuole bandire tali conquiste, ormai entrate nell’uso abituale di miliardi di individui, è indispensabile, a mio avviso, rendere più ordinato possibile il processo di integrazione globale, magari rallentarlo, ma impedirlo sarebbe contro natura e causa della rovina globale.
Ho fatto le premesse suddette perché vorrei spiegare perché, a mio avviso, in Italia non c’è altra strada che quella di rendere efficiente il sistema Italia, almeno quanto la media di efficienza dei paesi euroforti e inoltre perché è necessario mantenere l’Euro per i paesi che attualmente ne fanno parte ed estenderlo, non troppo in fretta però, agli altri paesi europei.
Mi propongo ancora di spiegare perché la BCE non può diventare prestatrice di ultima istanza e perché la crisi finanziaria che stiamo vivendo è tanto grave e dirompente. Non ho certo la pretesa di essere esaustivo ma, come in natura non si possono disattendere o agire contro le sue regole, così in economia i grandi sconvolgimenti che avvengono non sono altro che la correzione alle azioni sconsiderate degli uomini che la natura (economica) effettua sistematicamente.
ITALIA
L’Italia da molti anni, almeno dai primi anni 80, non crea sufficiente ricchezza e per fornire un deludente livello di servizi ai propri cittadini ha aumentato enormemente il debito pubblico che, in momenti di crisi finanziaria globale, come quella che stiamo vivendo, risulta difficile finanziare a tassi accettabili, anche perché l’entrata nell’Euro, ha tolto alla Banca d’Italia la facoltà di stampare moneta e di essere prestatrice di ultima istanza, senza che la BCE, a mio avviso giustamente, come dirò più avanti, possa farlo.
È evidente che l’Italia non può economicamente sopravvivere senza rendere efficiente il proprio sistema per poter, quindi, produrre sufficiente ricchezza per ridurre il debito pubblico e mantenere possibilmente l’attuale livello di servizi ai cittadini.
Rincorrere la spesa pubblica in continuo aumento, finanziare e ridurre il debito pubblico, come il fiscal compact, a mio avviso, giustamente impone, espone l’Italia a enormi e inaccettabili rischi, non fosse altro che per la perdita di sovranità nazionale che l’aiuto del Fondo Salva Stati europeo impone e che comunque ci obbligherà a rendere efficiente il sistema Italia.
È ineludibile, l’efficienza del sistema Italia è una necessità impellente e ciò presuppone la drastica riduzione della spesa pubblica, riducendo ai minimi termini l’asfissiante burocrazia, semplificando e sfoltendo l’opprimente legislazione, riformando da cima a fondo l’architettura dello stato e la giustizia che deve essere giusta, rapida, efficace e non politicizzata ed effettuando le liberalizzazioni più estese possibili e la privatizzazione delle partecipazioni e del patrimonio pubblico per ridurre drasticamente anche il debito pubblico, affinché sia finanziabile a tassi sopportabili.
Senza rendere efficiente il proprio sistema l’Italia soccomberà e ciò è possibile farlo, a mio avviso, solo eliminando prima la vasta area di parassitismo che la infesta, ben oltre la politica, che è causa e si alimenta di sprechi, inefficienze, ruberie privilegi e diritti ingiusti e immorali, perché acquisiti in forza di leggi da essa stessa emanate e che tutto ha fatto, fa e farà per impedirlo e poter continuare ad essere parassita.
A mio avviso solo forze politiche di nuova formazione, fiere determinate che si presentano agli italiani, magari alleate, con il primario obiettivo di spazzare via i parassiti e alla condizione, per me essenziale, che riescano a eleggere il futuro Presidente della Repubblica che abbia lo stesso obiettivo, potranno salvare l’Italia liberandola, appunto, dai parassiti e, quindi, rendere possibile l’attuazione di quel progetto di efficientismo che dicevo prima.
Ogni altra promessa o azione fatta magari da personaggi affini ai parassiti, di cui è intriso il sistema politico Italiano, anche apparentemente nuovi, non potrà che perpetrare l’inganno e gli italiani ne pagheranno le tragiche conseguenze in un futuro, ormai prossimo.
EUROPA ED EURO
Se, come ho detto prima, l’integrazione a livello globale delle varie economie è ineludibile a meno che, cosa a mio avviso impossibile, non si rinunci alle tante conquiste entrate ormai nell’uso abituale di miliardi di persone, (come internet, l’aviazione civile, scoperte scientifiche in campo medico-farmaceutico) o, cosa più probabile, non ci sia un conflitto globale, che non la impedirebbe, ma solo la rallenterebbe, si rende necessario governare il fenomeno e far sì che sia il più ordinato e indolore possibile.
Affinché ciò avvenga, a livello globale non può che esistere una sola moneta che abbia “dignità” mondiale, ovvero che diventi moneta di riserva per gli stati, tutte le altre devono circolare all’interno degli stati o gruppi di stati nazionali e costituire solo riserva tattica, finalizzata ai piccoli scambi, che la moneta elettronica renderà quasi inutile.
È chiaro ormai a tutti che tale ruolo (moneta con “dignità” mondiale) è riservato al Dollaro che concede il privilegio di stampare moneta, quasi senza limite, solo agli Usa, che, però, hanno anche l’incombenza di essere i guardiani del mondo e di pilotare le scelte strategiche globali e lo fanno preliminarmente formando nelle loro università le future classi dirigenti a livello globale.
La Federal Reserve può stampare Dollari e finanziare il debito pubblico americano quasi senza limiti, perché il Dollaro e i titoli di debito denominati in dollari, diventando riserva strategica per gli stati determinano la ricchezza degli stessi e non creano inflazione all’interno degli Usa e neppure si deprezzano perché nessuno ha interesse a farlo o, comunque, perché il cambio può essere rigidamente controllato dalle principali banche centrali che detengono riserve in dollari.
È evidente che nessuna moneta può aspirare ad assumere “dignità” mondiale, né Euro né altre, perché entrerebbe in conflitto con il Dollaro, le cui difese sono ampiamente preponderanti e soccomberebbe inevitabilmente,
Tutto ciò costituisce la ragione per cui la BCE non può divenire prestatrice di ultima istanza, se lo facesse l’Euro, che rappresenta un’economia grande come quella Usa e per molti aspetti più ordinata perché con minore deficit commerciale, potrebbe divenire moneta con “dignità” mondiale ed entrare in conflitto con il Dollaro, oppure se circolasse entro i confini europei, creerebbe una iperinflazione devastante. Nel primo, come nel secondo caso, sarebbe comunque una tragedia globale che la Germania, giustamente, tanto teme e che anche noi dovremmo temere come il peggiore dei mali, perché, contrariamente al passato, nessuna economia sopravviverebbe nel mondo globalizzato facendo affidamento su svalutazioni competitive.
Io sono fermamente convinto che per il bene di tutti, l’ordine mondiale presuppone che una sola moneta abbia “dignità” globale, se lo divenisse anche l’Euro, che, come ho detto, ne ha tutte le potenzialità, perché non dovrebbero divenirlo anche altre monete?
Sarebbe il caos finanziario globale, ben più grave della crisi finanziaria che stiamo vivendo, perché la concorrenza, anziché essere impostata sull’efficienza dei sistemi produttivi, sarebbe impostata sul privilegio di stampare moneta e titoli di debito e sarebbe una catastrofe globale.
Coloro che auspicano l’uscita dell’Italia dall’Euro, oppure che la BCE diventi prestatrice di ultima istanza o, peggio ancora, che si frantumi l’Euro, dovrebbero, a mio avviso, ripensare molto approfonditamente ai loro convincimenti, per me contro la natura economica che spinge le economie del mondo ad integrarsi sempre più. Se poi qualche gruppo od organizzazione si sta attivando perché l’integrazione globale avvenga nel modo più ordinato e indolore possibile, penso sia solo positivo.
FINANZA MONDIALE
È desolante vedere quanti mettono in discussione il sistema capitalistico, la grande finanza mondiale e le Banche come fossero la causa della grave crisi finanziaria e dell’economia reale in cui si trovano oggi le economie dei paesi eurodeboli, con riflessi negativi anche sulle economie dei paesi euroforti e marginalmente dell’economia globale.
È certo che la causa prima è da imputare al sistema finanziario globale, ma, a mio avviso, perché agisce in un ambito capitalistico oggi incompiuto, perché impregnato di buonismo becero, comodo per chi vi opera, che non permette di fallire e ipocritamente mette sullo stesso piano operatori e strutture finanziarie serie, che valutano attentamente il rischio, decidendo quale soglia sia accettabile e altre invece che agiscono sconsideratamente, puntando al maggiore beneficio immediato, indipendentemente dal rischio, spesso futuro, a cui si espongono.
Questa situazione di capitalismo mondiale incompiuto crea due opposti schieramenti. Gli uni che vorrebbero imbrigliare le libertà di intraprendere in campo economico-finanziario con barriere, tasse e legislazioni liberticide, che partono dal presupposto che la finanza e il capitalismo è sempre e comunque cattivo e negativo, contrapposto a tutto il resto, impregnato di buonismo e assistenzialismo, considerato sempre e comunque buono e positivo. Gli altri e io tra questi, sono invece convinti che il capitalismo oggi incompiuto debba essere liberato dall’asfissiante buonismo imperante e regolamentato in modo chiaro e semplice, affinché sia effettiva la divisione tra risparmiatori , che non vogliono assumere rischi e investitori che invece sono disponibili ad assumerne e sia resa effettiva e reale la concorrenza e la possibilità di fallire per coloro che sbagliano, con la conseguente perdita da parte degli investitori e mai dei risparmiatori.
Perché il capitalismo possa esprimere i frutti positivi che solo il capitalismo, a mio avviso, può esprimere nel mondo globale, con i vari sistemi economici che necessariamente e naturalmente, come dicevo prima, si integrano, è indispensabile dividere le banche commerciali tradizionali, che raccolgono i risparmi, a cui deve essere garantito il capitale e gli interessi e che investono nell’economia reale e le banche d’affari e istituzioni finanziarie di qualsiasi tipo, che raccolgono capitali e li investono nei mercati finanziari o come credono, con la libertà-responsabilità di fallire e conseguente perdita per gli investitori, escludendo sempre e comunque il salvataggio con denaro pubblico.
Le cause della crisi finanziaria globale nel 2007 e di quella dei debiti sovrani europei dell’ultimo anno sono stati causati dalle banche globali, ma anche medie e piccole, che raccoglievano i risparmi di cui avevano la responsabilità di proteggerli e li investivano massicciamente nei mercati finanziari, spesso con architetture pazzescamente complicate, da cui traevano enormi utili immediati, ma esponendosi a rischi futuri elevatissimi, spesso anche multipli degli utili e alimentavano bolle speculative, che non potevano non esplodere, oppure finanziavano l’inefficienza degli stati comprando il loro debito pubblico.
Quando la bolla è scoppiata, la commistione tra risparmi e investimenti ha imposto di salvare con denaro pubblico i primi a vantaggio dei secondi e dei responsabili del disastro che sono ancora ai loro posti a percepire compensi da sballo e pronti a rifare gli stessi disastri, se non si provvederà con estrema urgenza alla divisione tra banche tradizionali e banche d’affari o di investimento.
Non farlo rende il capitalismo incompiuto perché premia indistintamente buoni e cattivi, capaci e incapaci, in quanto non li espone alla selezione che solo il fallimento permette e li fa apparire tutti uguali, permettendo anche agli incapaci, agli irresponsabili e ai disonesti di occupare posizioni di prestigio e di alta responsabilità, rendendo inefficienti i mercati finanziari che in certe situazioni concorrono a distruggere più ricchezza di quanta non ne abbiano prodotta e, quel che è peggio, quella che resta la concentrano in mani sempre più ristrette, perché trasferisce sulla collettività l’onere di salvare gli investitori, perché in commistione con i risparmiatori, facendo esplodere i debiti pubblici.
Dobbiamo renderci conto che la grande finanza, dispregiativamente detta speculativa, è costituita da miliardi di piccoli e medi risparmiatori, da fondi di investimento e pensione, da polizze vita sottoscritte da milioni di individui che giustamente chiedono ai gestori di avere la massima remunerazione e che conseguentemente agiscono apparendo speculatori da denigrare.
Per me l’unica cosa da denigrare è costituita dal fatto che i gestori non hanno la responsabilità costituita dalla possibilità di fallire che, se l’avessero, agirebbero valutando con maggiore attenzione i rischi che la loro azione e le architetture/intrecci finanziari che costruiscono espone loro e coloro da cui hanno ricevuto fiducia. Inoltre l’esistenza della banca commerciale pura concorrerebbe a mantenere un sufficiente flusso di risorse verso l’economia reale con evidente beneficio.
CONCLUSIONE
Sono consapevole che gli argomenti trattati necessitano di approfondimenti, e perché no, anche di confronto critico, quindi, in conclusione sintetizzo come in appresso.
• L’Italia è sull’orlo del precipizio socio-politico-economico e inevitabilmente soccomberà senza drastici interventi di efficientismo.
• Rendere efficiente il sistema Italia è indispensabile e urgente e si può farlo solo eliminando prima la vasta area di parassitismo che lo infesta, ben oltre la politica e che da sempre agisce per impedirlo.
• Procedere urgentemente con la riduzione drastica della spesa pubblica, la riduzione della burocrazia asfissiante, la semplificazione e lo sfoltimento legislativo, la riforma da cima a fondo dell’architettura dello Stato e della giustizia ed effettuando le liberalizzazioni più estese.
• Effettuare la privatizzazione delle partecipazioni e del patrimonio pubblico nel modo più ampio possibile per ridurre il debito pubblico.
• È inutile sprecare risorse per contrastare l’integrazione globale in corso, che inevitabilmente sarà causa di cambiamenti epocali e che è bene governare affinché sia la più ordinata possibile, ma non certamente accelerata.
• Il Dollaro ormai è la sola moneta con “dignità” mondiale ed è bene che resti tale.
• L’Euro non si dissolverà e nessun paese uscirà, anzi è bene che l’integrazione europea in Stati Uniti d’Europa avvenga con l’Euro come moneta unica, però senza inutili e dannose accelerazioni.
• La BCE non potrà mai divenire prestatrice di ultima istanza, lo potrà fare, per brevissimo periodo e per importi limitatissimi, a condizione che sia previsto un piano concreto per intervenire con tempestività per correggere gli effetti negativi che ciò comporterebbe.
• La grande finanza globale sono tutti gli investitori del mondo, piccoli e grandi, che aspirano giustamente alla massima remunerazione dei loro capitali.
• Deve essere effettuata la divisione tra Banche commerciali che raccolgono i risparmi, li garantiscono e li investono nell’economia reale e le Banche e istituzioni d’affari e di investimento che raccolgono capitali finalizzati ad investimenti sui mercati finanziari, assumendo il rischio di fallimento e di perdita che mai dovrà essere trasferito sulla collettività.
• I socialisti che tanto impregnano il mondo auspicano legislazioni repressive delle libertà e la costituzione di fondi pubblici, alimentati da tasse e balzelli, per intervenire per correggere le negatività dell’universo mondo, sempre evidenziando la necessità di soddisfare i diritti degli individui, indipendentemente dalle risorse che, a loro dire, lo Stato dovrebbe sempre avere disponibili.
• I mistici o coloro che non apprezzano la laicità dello Stato vorrebbero che fossero i singoli, magari organizzati in associazioni no profit, mettendo in campo il loro cuore e la loro abnegazione per la salvezza dell’anima, a risolvere le negatività dell’universo mondo ed evidenziano la necessità di soddisfare i bisogni degli individui, indipendentemente dalle risorse disponibili e dall’impegno degli stessi a volerli soddisfare.
• I liberali vogliono invece che ogni individuo sia l’artefice del proprio benessere e che goda delle libertà più ampie possibili per dare corpo alle proprie aspirazioni e trascinare, senza volerlo, anche gli altri verso il progresso che poi diventa di tutti e creando ricchezza la cui distribuzione. senza imposizioni repressive, aiuterebbe anche coloro che non possono, lasciando in una dignitosa povertà anche coloro che non vogliono.
Concludendo, l’economia ha le sue regole, ineludibili , se vogliamo naturali e più il mondo globale si integra e più devono essere rispettate.
Quello che oggi stiamo vivendo non è altro che la naturale correzione traumatica degli effetti distorsivi causati dall’azione di troppi irresponsabili, perché non è consentito loro di fallire e da tanti sconsiderati che, credendo di risolvere il problema, continuano a proporre e adottare provvedimenti che invece lo aggravano.
Tutto è relativamente semplice, occorre solo liberare gli individui affinché possano produrre ricchezza che poi non sarà mai solo loro, anche senza imposizioni repressive.
Le imposizioni repressive obbligano a disattenderle o sfuggirle avendo a disposizione il mondo intero per farlo. Niente potrà impedirlo, tantomeno in futuro.
Le imposizioni più giuste sono quelle che consigliano gli individui a sottomettersi volontariamente esprimendo le loro potenzialità proprio dove esistono. È inevitabile e lo sarà ancor più in futuro.
Vivi Saluti da Padova,
Resistenza Liberale
Luciano Sturaro